TIZIANA GIAMMETTA, ARTISTA E NERD

Tiziana è una conoscenza da social (Facebook fa anche cose buone, dopotutto), le ho chiesto l'amicizia perché dalle immagini che pubblicava e dalle cose che diceva si capiva essere una persona con cose da dire. Ed è proprio per questo che le ho proprosto questa intervista.
Per vedere i suoi lavori le pagine social di Tiziana sono queste: Facebook  e Instagram.

Chi sei? Vuoi raccontare il tuo percorso artistico?
Nasco artista visiva, infatti in famiglia è noto che fin da piccolissima bastava darmi un colore in mano e 'scomparivo' in un mondo alternativo. In seguito mi sono formata in grafica e fotografia presso l'Istituto d'Arte Depero di Rovereto, poi successivamente ho scelto di colmare la lacuna pittorica presso l'Accademia Cignaroli di Verona. Dalla fine degli anni '80 ho percorso molte vie creative, le due più amate sono state la fotografia, come membro attivo del circolo fotografico "LaTavolaRotonda" di Riva del Garda, e parallelamente disegno, pittura, esplorazione di varie possibilità con diverse tecniche tradizionali e non. Al momento sono membro di AIAPI, e sto preparando per loro una lezione, dedicata solo ai soci, allo scopo di far conoscere le AI e le loro straordinarie potenzialità per ampliare le possibilità creative. Mi sono anche laureata di recente in Scienze e Tecniche della Psicologia Cognitiva, presso l'università di Trento, e nello stesso dipartimento è presente anche il corso di Interfacce della Comunicazione, che ha una triplice vocazione: cognitiva, di UX design e di comunicazione e marketing, chiaramente durante il mio percorso ho avuto la preziosissima opportunità di contaminarmi con i loro corsi e di mantenermi sul pezzo per quanto concerne nuove tecnologie di comunicazione sul web in particolare.
Seguendoti confesso d'esser rimasto colpito dal lavoro di ricerca del tuo stile personale che stai facendo con Stable Diffusion, soprattutto il tuo esserti creata un tuo modello personale per arrivare appunto immagini tue. Ci riesci, si vede un tuo stile, mi ha colpito perché mi sembra una risposta pratica all'accusa fatta a chi lavora con le AI che sia la macchina a creare le immagini.
Premetto che sono da sempre stata molto a mio agio con la tecnologia informatica. Avevo 17 anni (ora ne ho 56) quando pregai mia madre di iscrivermi a un corso di programmazione. Ricordo ancora con grande passione le serate passate presso la sede di Olivetti a Trento, imparando i primi rudimenti di coding. Certo, allora i computer erano gli Olivetti M20 e M24, so di parlare della preistoria dell'informatica, apparivano come pesanti scatole di metallo basse e larghe su cui troneggiava un ingombrante monitor dallo schermo nero con scritte verdi e un cursore lampeggiante. Si lavorava in Basic e dapprima in PCOS (il sistema operativo nativo di Olivetti) e in seguito in MSDOS. La computer grafica non esisteva, cominciava a esistere nella mente dei due Steve che fondarono poi Apple. Eppure il mio senso estetico non si accontentava di creare maschere di inserimento del software gestionale che stavo costruendo in uno schermo vuoto. Così con una funzione geometrica improvvisai e mi creai delle cornici rettangolari concentriche in cui far apparire le maschere di inserimento dati e i risultati. Era una piccola cosa ma rispetto alle schermate dei lavori dei compagni di corso sembrava una cosa straordinaria. Facendo un balzo in avanti nel tempo, nei primi anni 2000 ho iniziato a formarmi e poi ho svolto anche la professione di web designer. Con quell'attività pur avendo abbandonato il coding allo stato puro, anche se non è mica detto che sarà per sempre, ho comunque potuto mantenere un rapporto anche con la parte codificata della tecnologia, in pratica per dirla in forma gergale sono rimasta una 'smanettona'.
Per quanto concerne la mia attività artistica devo dire che mi sono sempre avvalsa del supporto informatico, persino quando dipingo su tela realizzo prima dei progetti al grezzo su photoshop di quello che intendo poi fare. Questo flusso operativo mi permette di ottimizzare il lavoro e di non sprecare materiale pittorico in prove su prove. Mi è capitato anche di fare arte digitale, in forma di fotomontaggi elaborati, od anche di disegno e pittura digitale, anche se non è mai stata la mia linea principale di produzione, è di sicuro un tool presente nella mia cassetta di attrezzi.
Quando è arrivata la possibilità di sperimentare con le AI per immagini all'inizio ero in corso di preparazione della laurea, e non avevo molto tempo da impegnare in altre sperimentazioni, infatti anche a livello di pittura negli ultimi tre anni ho prodotto veramente pochissimo. Lo studio era diventato il mio lavoro principale quasi a tempo pieno. Però appena ho finito e portata a casa la laurea, con la mia consueta natura curiosa e orientata alla sperimentazione, mi sono tuffata.
La mia prima esperienza è stata con Midjourney, tuttavia devo onestamente confessare che la mia percezione con MJ è stata di frustrazione. Certo, le immagini che produceva erano di grandissimo impatto, ma le sentivo molto poco mie. Risulta abbastanza evidente, guardando con occhio attento alla montagna di immagini generate che si stanno riversando sul web, che la sintografia che esce da MJ porta alcune caratteristiche stilistiche ricorrenti molto riconoscibili, un marchio di fabbrica sicuramente piacevole che a chi è abituato a fare arte sta stretto in breve tempo.
Un artista a mio avviso non è semplicemente una persona che sa usare uno strumento artistico in modo tecnico e professionale, è prima di tutto un ricercatore, creativo, che vuole esplorare il proprio spazio in rapporto con lo spazio del mondo, da questo nasce necessariamente qualcosa di univoco e riconoscibile, se ciò non accade non siamo ancora di fronte a un artista, siamo di fronte a una persona che ha competenze artistiche ma che non ha ancora imparato a usare la propria voce.
Quando guardiamo agli artisti del passato basta uno sguardo su una loro opera a caso per riconoscere la loro specificità, la firma sta nello stile, nel tema, nell'uso o meno del colore, nel segno, nelle soluzioni grafiche o formali, nella composizione. Tutto questo mix genera un unicum. Persino Picasso con tutte le sue metamorfosi porta qualcosa di sè riconoscibile da un'evoluzione all'altra.
Tra l'altro sono abbastanza certa che un artista come Picasso avrebbe voracemente sperimentato le potenzialità di questo mezzo potentissimo che ora ci viene offerto.
Per tutte queste ragioni per me MJ era frustrante e deludente, uno strumento potentisssimo che produceva immagini in uno stile autosomigliante che non era il mio, copriva la mia voce; Si, è perfettamente in grado di produrre immagini nello stile di un artista famoso qualunque, ma non mi permetteva di sviluppare il mio.

L'incontro con Stable Diffusion è stato a tre stadi: 1- aspettativa enorme, 2- delusione iniziale, 3- amore totale
L'aspettativa enorme che mi era stata offerta era di poterlo 'domare', di personalizzarlo, di farne un operaio prezioso che seguiva le mie linee guida esattamente come succedeva per Canova ad esempio, che progettava e faceva eseguire tutto in base a strettissime linee guida, ai suoi operai, per poi passare solo a rifinire i tratti fini del volto e delle mani personalmente. Questo era ciò a cui ambivo.
La delusione iniziale è stata scoprire (dopo tanto 'smanettamento' informatico per farlo funzionare e un upgrade dell'hardware necessario) che mi uscivano cose 'brutte'.
Eh si, perchè l'apporto di SD non è generoso come quello di MJ, non ti regala immagini mozzafiato con due parole, chiede, esige, gli devi dare in pasto una descrizione chiara precisa e approfondita, settare con criterio i parametri.
Dipende tutto dalla mente creativa, se immetti prompt poveri e 'ignoranti' e lasci i parametri a caso ottieni roba scadente. Quando ho capito questo, anche grazie al confronto prezioso con alcuni straordinari 'colleghi' sperimentatori di SD sono passata all'innamoramento totale.
Sia chiaro, produrre un'immagine che soddisfi quanto progettato richiede pazienza sudore e lavoro, te la devi guadagnare, SD che io ho ormai soprannominato "Stad" ha una sua propria logica, una sua propria chiave comunicativa che va appresa per 'capirsi' ed anche una sua propria ottusità di fondo, per cui a volte ci litighi, ti prendi a male parole, e quando sei troppo bizantino nel costruire il prompt (allo scopo di mantenerlo il più possibile nei binari) talvolta ti butta fuori qualcosa di totalmente a caso: sto mettendo da parte una collezione di astratti 'involontari' prodotti da Stad, che pur non avendo nulla a che fare con quanto richiesto sono innegabilmente affascinanti e non sfigurerebbero in una galleria d'arte.
Per me in definitiva l'incontro con Stable Diffusion è stato come il combustibile in un razzo, la mia ricerca che era andata incagliandosi negli ultimi anni, per insoddisfazione riguardo il mondo dell'arte, ha trovato un nuovo carburante. Ovviamente per ottenere i risultati verso cui sto puntando non potevano bastarmi i modelli già disponibili, ho individuato e fuso alcuni modelli per crearne un paio che soddisfino alcune mie necessità, contemporaneamente ho creato la mia 'ricetta segreta' che inserisco nel prompt per dare ai miei lavori uno stile mio riconoscibile, e vorrei imparare in futuro a creare da zero un mio modello, del tutto personale, per avere uno strumento tarato completamente sulla mia linea di ricerca.
Quello che racconti non va molto d'accordo con l'idea che hanno in molti, che per ottenere un'immagine basti digitare un prompt per ottenerla
Voglio rispondere alla critica di chi dice "tanto fa tutto l'AI", questa frase lasciata cadere con noncuranza somiglia tanto a quello che mi dicevano quando realizzavo siti web e svalutavano il mio lavoro con il classico:"fa tutto il computer". Ebbene, se ti siedi davanti a un computer, davanti all'AI, e aspetti non esce nulla. Mettiamo che prendi una AI facile da usare, come MJ, oppure Bing image creator, o Lexica, o una delle tante AI che sono a disposizione nel web, ti metti al computer e scrivi un prompt a caso, hai un'ampia possibilità di tirare fuori un'immagine da wow, ma prova a progettarla prima, scrivendo su un foglio cosa esattamente vuoi che esca (posizione, colori, mood, contenuto), se sai disegnare magari fa uno sketch, poi inserisci un prompt basic e scoprirai che quello che esce somiglia gran poco a quello che avevi preventivato. Dunque in quel caso possiamo dire che è vero che fa tutto l'AI, fa quello che vuole lei perchè tu hai mancato di metterci del tuo, così facendo hai ottenuto un prodotto stocastico, come tirare un dado, la lotteria delle immagini. Converrai con me che è inimmaginabile che professionalmente si possa utilizzare in questo modo una AI.
Serve competenza per usarla per i propri obiettivi, e lavoro. Con questo mi riferisco a un lavoro come quello di Canova, di progettazione creativa, fine, accurata, oculata, bisogna essere come architetti, contruire un progetto solido completo e valido affinchè gli operai (in questo caso operAI) possano contruire esattamente e correttamente quanto progettato.
Per questo è facile osservare che una AI nelle mani di una persona dotata di competenze artistiche, di una persona che ha una cultura dell'immagine e conosce la composizione, la teoria del colore, le basi della comunicazione per immagini, porta a immagini che spiccano tra le tante immagini a caso che stanno inondando il web.
La fatica nel progettare poi in moltissimi casi è ripagata da risultati davvero in linea con quanto cercato, e ti offre realizzazioni di qualità, che possono essere finalizzate con alcuni ultimi tocchi 'umani'. Qui il discrimine diventa la capacità di essere creativi, qui un artista puramente esecutore, con una tecnica pazzesca ma abituato a non lavorare sulla propria specificità, finisce per confondersi nella massa, tra quelli che di arte non sanno nulla.
Però va detto che per gli artisti visivi è uno strumento fenomenale anche per creare reference, se hai bisogno di un soggetto specifico da inserire in un dipinto puoi generarlo con diverse pose, diverse luci e avere un modello a disposizione. Insomma offre molteplici vantaggi.
Andrà a 'rubare lavoro' creativo a sostituire gli artisti? Nel senso spiegato più sopra no, una artista, un illustratore, potrà avvalersi della competenza nell'uso del nuovo strumento e avere ancora uno spazio professionale. Inoltre chi fa arte tradizionale, col pennello e la matita, continuerà ad avere il proprio pubblico di appassionati che sicuramente continueranno a preferire l'opzione di appendersi in casa un'opera esclusiva e unica dipinta a mano rispetto ad una stampa, mentre quelli che preferivano le stampe, le copie, che esistevano già prima, e continueranno ad esistere e ad essere contenti di comprarla per poche decine di euro sul web.
Secondo me in generale prima o poi il vento della novità passerà e sarà il momento vero di verifica di cosa sono davvero questi strumenti. Nel tuo ambito, quello artistico, secondo te le AI potranno davvero essere usate dai professionisti ?
Sono abbastanza certa che l'ondata di appassionati del momento prima o poi si sgonfierà, ci sarà chi andrà ancora a farsi la sintografia per farsi l'avatar sui social, o per fare lo scherzo a un amico, ma poi andrà a spegnersi l'entusiasmo dei non addetti ai lavori, finirà col diventare prevalentemente appannaggio dei professionisti, dopotutto da un lato tocca pagare un abbonamento perpetuo, e dall'altra parte è vero che non si paga ma è necessario implementare il proprio apparato hardware per poterci lavorare agevolmente, e anche spendere ore a smanettare, perchè SD è open source ma non esce come software installabile con un comodo file.exe, e ad ogni aggiornamento il possibile crash è sempre dietro l'angolo.
Perciò i professionisti dell'arte, della fotografia, della comunicazione per immagini, anche della moda a giudicare da alcune idee davvero interessanti che ho visto tirare fuori da alcuni colleghi, troveranno nelle AI uno strumento preziosissimo di progettazione e in alcuni casi realizzazione di lavori professionalmente spendibili da aggiungere al loro toolkit.
Gli altri ripiegheranno su qualche app poco costosa per giocare ogni tanto con le immagini e stupire gli amici, che col tempo ne saranno sempre meno stupiti, anzi probabilmente arrivarà il momento in cui un semplice generatore di immagini con AI sarà integrato in futuro nelle nuove versioni degli smartphone.
Dopotutto i primi possessori di personal computer venivano visti da alcuni come pazzi, da altri come esseri straordinari, adesso a ben guardare l'idea che una persona abbia un computer in casa non scalda più di tanto gli animi nè degli uni nè degli altri.
Per citare una frase da meme potrei dire "Stay calm and enjoy AI", e magari aggiungere anche "Stay curious, che la curiosità è ciò che più di tutto nutre la creatività, parola di psicologa cognitiva!
06/05/2023
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